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ESSERE NEL PROPRIO ABITARE

ESSERE NEL PROPRIO ABITARE

Non so se sia mai successo anche a voi, ma uno dei miei giochi preferiti da bambina era quello di immaginarmi da grande nella casa dei miei sogni. Me la immaginavo grandissima, con una camera tutta per me, colorata e con elementi disposti secondo il mio gusto, con un giardino grandissimo e, ovviamente, disposta su più piani. Probabilmente tutti questi pensieri nascevano da un contrasto dovuto alla casa in cui ho sempre vissuto, su un unico piano, con sì camera grande ma condivisa con le mie sorelle, tutta bianca, insomma con poca me stessa.

Quella casa in cui sono cresciuta non mi ha mai entusiasmata particolarmente, dunque crescendo ho sentito sempre più il bisogno di voler personalizzare la mia camera, darle vita, farne lo specchio di me stessa. Tutto questo non è mai stato possibile farlo completamente perché, appunto, non ero l’unica in quella camera. Immaginatevi quattro teste calde molto diverse tra loro che vogliono personalizzare la camera a loro piacimento. Non voglio immaginare quale sarebbe stato il risultato. Dunque, i miei genitori, per evitare disastri, oltre che consentirci di attaccare foto al muro non mi hanno mai permesso di pitturare o stravolgere quello che avrebbe dovuto essere il mio rifugio.

Quando ho iniziato a studiare psicologia mai avrei pensato che mi sarei trovata a pensare ancora alla casa dei miei sogni, anche se da un altro punto di vista. Ho scoperto, incredibilmente, che esiste una scienza a me vicinissima, la psicologia architettonica. Una scienza che studia tutto ciò che da piccola ho sempre e solo immaginato. In particolar modo, la psicologia dell’abitare studia l’importanza che la casa di ogni individuo ha su esso stesso. Incuriosita da questo mondo mi sono documentata e ho scoperto che la casa ha un significato simbolico immenso. L’abitazione non è riconducibile esclusivamente alle quattro mura in cui si vive, ma negli ultimi anni è emerso un bisogno umano di combinare funzionalità ed estetica della casa ad aspetti emotivi, culturali e sociali. Questo fenomeno è, non a caso, chiamato fenomenologia dell’abitare (Cesarone, 2008). La casa è un simbolo fondamentale per la mente umana in quanto è sia elemento familiare e comune della nostra vita quotidiana sia ambientazione della vita psichica. L’abitazione dovrebbe essere sia un’estensione del corpo che lo specchio della propria identità (Baroni, 2008; Grassi, 2015).

Ecco da dove nasce quella necessità di personalizzare il proprio luogo.
La nostra abitazione non è solo il luogo che ci accoglie e protegge ma è quel luogo in cui vengono proiettati una serie di archetipi che agiscono sul proprio stile di vita e sulle scelte abitative. Citando alcuni esempi, le pareti possiedono uno scopo protettivo ma allo stesso tempo forniscono all’individuo una sensazione di avvolgimento accogliente, non oppressivo. Queste condizionano la percezione e il vissuto dell’ambiente interno ed il modo di approcciarsi a quello esterno. In esse si trovano le finestre, zone di scambio che forniscono aria e luce all’ambiente, esse sono viste come gli occhi e le orecchie della casa, organi comunicanti. La bocca della casa è invece rappresentata dalla porta dell’abitazione che, come le pareti deve fornire accoglienza ma anche assicurare sicurezza (Filighera & Micalizzi, 2017).

Importante, inoltre, è fare riferimento inoltre alle diverse stanze di un’abitazione, ognuna con peculiarità sia da un punto di vista simbolico e che semantico.

Gli spazi della convivialità, la sala e la cucina, sono ambienti che rimandano all’accoglienza e alla cura della persona tramite la nutrizione. La disposizione di questi ambienti dovrebbe garantire una vicinanza tra luogo in cui si mangia e quello in cui si prepara il cibo, assicurandone comunque la distinzione. Questo per garantire all’alimentazione un’esperienza benefica e non un semplice consumo meccanico. La sala ha come centralità la comunicazione, l’accoglienza e la condivisione di cibo.

La cucina è invece il luogo dedicato alla preparazione del cibo. Il fulcro di questa stanza è il fuoco, come l’acqua rappresenta quello del bagno, un elemento associato alla pulizia e al benessere fisiologico e sanitario. L’uso di un materiale liscio e riflettente in questo ambiente garantisce all’ambiente una sensazione di purezza (Filighera & Micalizzi, 2017).

Fondamentale accanto al bagno è la camera da letto, essenziale per il benessere psicofisiologico dell’uomo. Le sue caratteristiche devono conciliare con il rilassamento corporeo e mentale combinando la predisposizione dell’ambiente verso le relazioni intime tra individui (Filighera & Micalizzi, 2017).

La casa appare dunque un’entità complessa, una struttura composta da diversi organi da integrare armoniosamente tenendo conto di corpo e mente di chi la abita.

Non so se da piccoli avete mai sognato la vostra casa ideale in qualsiasi modo, ma vale la pena adesso sognare e cercare di far diventare realtà quel sogno al fine di ottenere un’abitazione che vi rappresenti, che possa donarvi un alto grado di benessere e che garantisca una forte identità con essa. Per far si che ciò avvenga potrebbe risultare importante essere accompagnati durante la progettazione da esperti che possano aiutare nel raggiungimento di questo alto grado di benessere.

La casa è la rappresentazione del nostro interno. Deve rappresentare un luogo dove stare bene, dove ci sia armonia tra essa stessa e l’individuo che la abita.Molti studi psicologici riflettono sul significato che riveste la casa per ogni persona, dalla più giovane alla più anziana, sul parallelo tra costruzione di una casa e costruzione dell’identità personale” (Caprioglio, 2013). Abitare una casa è abitare sé stessi. È dunque grazie a queste riflessioni che emerge l’importanza della figura psicologica nella progettazione di un’abitazione. Tramite questa figura è possibile creare una casa su misura; lo psicologo è infatti in grado di leggere i bisogni effettivi di ognuno, indagarne esigenze e volontà senza fermarsi alla superficialità dell’estetica e della funzionalità degli spazi. Lo psicologo, grazie ai suoi studi ed alla sua esperienza, è in grado di analizzare lo spazio, le esigenze delle persone che lo vivono, guidare gli individui a far emergere le proprie esigenze osservando lo stile di vita, la personalità, le attitudini, la professione, gli hobby e fare un analisi dei bisogni trovando infine un punto di contatto tra individuo e ambiente che sia ottimale per permettere di vivere in armonia con il proprio spazio abitativo (Rossotto, 2017).

Prendersi cura della propria casa, costruirla ad hoc equivale a prendersi cura di sé.

Articolo scritto ed ideato dalla Dott.ssa Gaia D’Agostino laureata in Psicologia per il Benessere ed esperta di Psicologia Architettonica https://www.linkedin.com/in/gaia-d-agostino-823655110/

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